Cellulari vs. console: Inafune mette pace

Keiji Inafune, fondatore di Corngames, ex Global Head of Productions in Capcom

Si fa un gran parlare, da diverso tempo a questa parte, del modo in cui il frizzantissimo mercato degli smartphone e delle applicazioni ludiche a essi dedicate starebbe uccidendo le console tradizionali, e in particolare quelle portatili. Sono in tanti a mormorare, se non addirittura a gridare le loro convinzioni in materia: si va dall’uomo della strada all’analista di mercato rispettato e infallibile (perlomeno a suo dire), e la faccenda finisce regolarmente per saltar fuori sulle pagine (cartacee o digitali, fa lo stesso) della stampa specializzata di ogni ordine e grado.

Si dice che l’iniziale insuccesso di 3DS, ora apparentemente scongiurato dal taglio di prezzo e dai promettenti titoli in arrivo, sia stato dovuto unicamente allo strapotere dei dispositivi Apple (e, in seconda battuta, di quelli basati su Android) nel settore delle macchine portatili, anche se da queste parti sosteniamo che siano stati proprio il prezzo di partenza e l’iniziale pochezza dei giochi disponibili a tarpare le ali all’ultima console da passeggio di Nintendo. I soliti bene informati chiacchierano amabilmente della disperazione che ha ormai colto i dipendenti di Nintendo, che a quanto pare non vedono più alcun futuro per la loro compagnia a causa degli smartphone. E si dice anche che PlayStation Vita sarà un flop sin dal primo giorno, perché nessuno vorrà spendere tutti quei soldi per una console portatile quando potrà giocare in metropolitana o nella sala d’attesa del medico utilizzando il cellulare che ha già comprato da tempo, e del quale ha in un certo senso già ammortizzato la spesa. I toni sono catastrofici, l’isteria collettiva impera e i suicidi sembrano ormai dietro l’angolo. Di recente, però, una voce si è sollevata per ridare speranza. Una voce tanto ragionevole da aver colto di sorpresa chi si era lasciato travolgere dalla spirale del disfattismo.

La voce è quella di Keiji Inafune, mica l’ultimo dei fessi. INAFKING, come si fa chiamare amichevolmente dai suoi fan, ha lavorato per anni in quel di Capcom, contribuendo al successo di Mega Man, di Onimusha e di Dead Rising, tra gli altri, per poi fondare i propri studi di sviluppo al fine di godere di una maggior libertà. Studi che, per inciso, realizzano al momento giochi per smartphone. Eppure Inafune non crede che la situazione delle console portatili sia così drammatica, ed espone le sue opinioni in modo tanto semplice e sensato da risultare quasi sorprendente.

Inafune, in breve, pensa che il confronto tra gli smartphone e le console portatili sia – perlomeno in materia di videogiochi – come quello tra i cellulari muniti di fotocamera e le macchine fotografiche tradizionali, possibilmente di qualità. Non si utilizza un cellulare per scattare le foto di un’intervista o di un evento importante, così come non si usa una macchina professionale per fotografare gli amici durante una cena, un doppio arcobaleno spuntato a sorpresa dopo l’acquazzone che ci ha sorpreso sulla strada verso casa o un adorabile gattino incontrato durante una passeggiata.

Se si vuol giocare un titolo di un certo spessore, realizzato con notevoli valori di produzione e sufficientemente corposo, ci si rivolge a una console da salotto o a una console portatile, secondo Inafune, che sostiene anche che difficilmente si passeranno tre o quattro ore consecutive a giocare su un cellulare. Inafune ricorda anche la maggior completezza delle esperienze di gioco offerte dalle console, ma per fugare ogni eventuale dubbio relativo all’imparzialità della sua analisi sostiene che, pur potendo contare su titoli più profondi, una console portatile può non essere adatta per tutte le situazioni. I giochi disponibili sugli smartphone, a suo dire, sono probabilmente più flessibili: la loro compattezza consente spesso di fruirne appieno anche in situazioni tutt’altro che ideali, ed è sempre la viva voce di Inafune a parlare di titoli che possono essere iniziati e finiti persino mentre si aspetta un treno.

Se e quando le persone avranno tempo a sufficienza, secondo Inafune, continueranno a giocare su PlayStation 3, 3DS, Xbox 360, PlayStation Vita e via dicendo, ma ciò non vuol dire che il mercato dei giochi per smartphone debba essere ignorato dagli sviluppatori. Va anzi preso in seria considerazione, ma questo non significa che vada visto come la scintilla che innescherà l’esplosione delle console tradizionali. Perché mai, d’altro canto, i due settori dovrebbero tentare ripetutamente di fagocitarsi a vicenda, invece di coesistere e andare a occupare nicchie di mercato tanto differenti quanto sono effettivamente diverse tra loro le macchine di cui si parla?

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